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Elvira Capece Masiello-Mustafà, Veronica e il pianeta del male [1]

15.00

Il mago si era appena rallegrato, congratulandosi con se stesso per la propria bravura, quando il suo mezzo riprese a rollare e a scuotersi bloccandosi e riprendendo ad andare in una serie interminabile di scossoni, e a nulla valse frenare ripetutamente, l’astropalla aveva ormai perso ogni controllo, e corse a velocità folle, quasi fosse un missile, impennandosi verso il cielo e scendendo poi vorticosamente, come se dovesse precipitare da un momento all’altro, finché, esaurita forse la sua potenza, caddè giù a picco, in un posto che Mustafà non ebbe il coraggio di guardare, e si inabissò in qualcosa che il povero mago al momento non vide, perché occupato a tapparsi l’occhio con una mano, mentre con l’altra si aggrappava al sedile dietro di sè, pregando terrorizzato di non schiantarsi al suolo in un posto dove nessuno lo avrebbe mai più trovato.

Elvira Capece Masiello-Vittoria, Maria Chiara e la montagna incantata [2]

15.00

Intanto i ragazzi, che da poco avevano ripreso a stare insieme, continuavano a dividersi tra il loro paese e i mondi sottomarini, dove si trovavano così bene. e si divertivano così tanto, da avere sempre vivo, dentro di loro, il desiderio di fare una puntata in quei posti favolosi, nei quali, non solo erano circondati dall’affetto di tutti, ma sperimentavano anche sensazioni nuove, che derivavano dal fatto di avere sviluppato una spiritualità così grande da essere in grado di aprlare mentalmente con tutti gli abitanti di quei mondi, senza contare la possibilità che avevano di volare e usare a piacimento le ali di cui i tre maghi li avevano dotati, e di poterle nascondere senza che nessuno se ne accorgesse quando erano sulla terraferma, nel loro paese. Si erano legati moltissimo a tutti quegli esseri particolari che popolavano quei mondi, e insieme a loro lottavano per difendere il bene e non permettere a quelli che volevano invece portare solo il male, di sconvolgere la pace e la tranquillità che si vivevano in quei posti meravigliosi.

Elvira Capece Masiello
Mustafà alla riscossa [3]

15.00

Ad un tratto, mentre era immersa nei suoi pensieri, Samira fu sorpresa da una voce cupa e cavernosa che le chiedeva qualcosa, e sobbalzò, fermandosi di botto, e davanti a lei vide un uomo, che sebbene avesse capelli brizzolati e una lunga barba, era ancora abbastanza giovane e dall’aspetto gradevole, e il suo spavento si tramutò in speranza: finalmente un uomo! pensò, qualcuno che potesse diventare il suo compagno. Sorrise e gli chiese chi fosse, mentre sentiva uno scalpiccio piuttosto strano in quel posto deserto. L’uomo sorrise a sua volta e le porse la mano per salutarla: “mi chiamo Benny”, disse, e si fece avanti, e la sorpresa di Samira fu così grande che rimase a lungo con gli occhi sbarrati a guardare quello che era un uomo solo a metà, perché la parte inferiore del suo corpo era quella di un cavallo.