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Elvira Capece Masiello – Alex e Paul alla ricerca del pianeta perduto [2]

15.00

Dopo un paio di giorni di quel vagabondare ininterrotto si imbatterono inaspettatamente in un gruppo di case-caverne, uguali a quelle che già conoscevano ma con una particolarità: quelle case erano mobili, e Alex e Paul le videro scivolare sull’acqua fino ad accostarsi l’una all’altra, e addirittura strabuzzarono gli occhi quando ne videro uscire gli abitanti e incontrarsi sedendo insieme a chiacchierare, e poi finito il motivo dell’incontro, ritornare allo stesso posto e alla stessa maniera di prima. Gli abitanti di quelle case avevano un aspetto particolarissimo, erano alti, longilinei, i volti avevano tratti regolari, ma non avevano orecchie, e avevano invece tre braccia, di cui uno, il più lungo del normale, era posizionato dietro la schiena.

Elvira Capece Masiello-Le avventure di Alex e Paul [1]

15.00

L’omaccione, dopo aver dato una spinta ai ragazzi perché si muovessero in fretta verso il compito che li aspettava, e averli guardati con aria minacciosa, come ad avvertirli che se non avessero fatto il loro dovere avrebbero passato un brutto quarto d’ora, afferrò Alex e Paul per le spalle, e con poche parole concitate -ma usando più i gesti, vista l’impossibilità di capirsi- li spinse a seguire il gruppo e a comportarsi come loro. Così i due, piuttosto sorpresi, e quasi inorriditi, videro quei ragazzi simili a straccioni, con vestiti rattoppati e sfilacciati ai bordi, sporchi e scarmigliati, posizionarsi nei vari angoli della piazza e tendere le mani per chiedere l’elemosina, atteggiando il viso a una espressione di sofferenza e di grande disagio, con l’intento di impietosire quel mare di gente, che lanciava loro uno sguardo indifferente ma lasciava cadere qualche moneta in quelle mani tese che suggerivano grande indigenza.