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Elvira Capece Masiello – Alex e Paul alla ricerca del pianeta perduto [2]

15.00

Dopo un paio di giorni di quel vagabondare ininterrotto si imbatterono inaspettatamente in un gruppo di case-caverne, uguali a quelle che già conoscevano ma con una particolarità: quelle case erano mobili, e Alex e Paul le videro scivolare sull’acqua fino ad accostarsi l’una all’altra, e addirittura strabuzzarono gli occhi quando ne videro uscire gli abitanti e incontrarsi sedendo insieme a chiacchierare, e poi finito il motivo dell’incontro, ritornare allo stesso posto e alla stessa maniera di prima. Gli abitanti di quelle case avevano un aspetto particolarissimo, erano alti, longilinei, i volti avevano tratti regolari, ma non avevano orecchie, e avevano invece tre braccia, di cui uno, il più lungo del normale, era posizionato dietro la schiena.

Elvira Capece Masiello-Alex e Paul e la vendetta di Kormoran [3]

15.00

In quel posto dalla maestosa bellezza, c’erano strade, e case lungo quelle strade o arroccate sui cucuzzoli delle montagne, alcune avevano delle guglie sottili e appuntite, e l’architettura era così splendida da dare alle facciate l’aspetto di un merletto; ne erano tante, con le vie che si intersecavano tra loro, e piccole piazze rotonde che avevano un  acciottolato irregolare e una forma avvolgente, che sembrava chiamare la gente a raccolta. Alex e Paul si scambiarono uno sguardo, e in quello sguardo c’era un’eccitazione che fecero fatica a nascondere a tutta quella gente angos ciata dalla paura del futuro più prossimo. Quel labirinto di case e di strade, in un posto completamente deserto, faceva intravedere grandi scopertre e avventure esaltanti, soprattutto perché sembrava non avere abitanti, nessuno che potesse intralciarli nelle loro ricerche ardimentose.

Elvira Capece Masiello-Il ritorno di Mustafà [2]

15.00

Il grosso gatto guardò con un’aria di superiorità così grande da mortificare quell’uomo che per tutta la vita era stato un campione di superbia; gli mostrò le cose che aveva creato solo con il potere della sua mente, e le depose ai suoi piedi, prima di andarsene con un sorriso ironico, mentre gli occhi si soffermavano sulla figura allampanata, vestita di una tunica sporca e sfilacciata, i capelli unti e la benda sull’occhio ridotta a brandelli, e che non riusciva a nascondere le ferite di un passato non molto lontano.

Elvira Capece Masiello-Le avventure di Alex e Paul [1]

15.00

L’omaccione, dopo aver dato una spinta ai ragazzi perché si muovessero in fretta verso il compito che li aspettava, e averli guardati con aria minacciosa, come ad avvertirli che se non avessero fatto il loro dovere avrebbero passato un brutto quarto d’ora, afferrò Alex e Paul per le spalle, e con poche parole concitate -ma usando più i gesti, vista l’impossibilità di capirsi- li spinse a seguire il gruppo e a comportarsi come loro. Così i due, piuttosto sorpresi, e quasi inorriditi, videro quei ragazzi simili a straccioni, con vestiti rattoppati e sfilacciati ai bordi, sporchi e scarmigliati, posizionarsi nei vari angoli della piazza e tendere le mani per chiedere l’elemosina, atteggiando il viso a una espressione di sofferenza e di grande disagio, con l’intento di impietosire quel mare di gente, che lanciava loro uno sguardo indifferente ma lasciava cadere qualche moneta in quelle mani tese che suggerivano grande indigenza.

Elvira Capece Masiello-Mustafà, Veronica e il pianeta del male [1]

15.00

Il mago si era appena rallegrato, congratulandosi con se stesso per la propria bravura, quando il suo mezzo riprese a rollare e a scuotersi bloccandosi e riprendendo ad andare in una serie interminabile di scossoni, e a nulla valse frenare ripetutamente, l’astropalla aveva ormai perso ogni controllo, e corse a velocità folle, quasi fosse un missile, impennandosi verso il cielo e scendendo poi vorticosamente, come se dovesse precipitare da un momento all’altro, finché, esaurita forse la sua potenza, caddè giù a picco, in un posto che Mustafà non ebbe il coraggio di guardare, e si inabissò in qualcosa che il povero mago al momento non vide, perché occupato a tapparsi l’occhio con una mano, mentre con l’altra si aggrappava al sedile dietro di sè, pregando terrorizzato di non schiantarsi al suolo in un posto dove nessuno lo avrebbe mai più trovato.

Elvira Capece Masiello
Mustafà alla riscossa [3]

15.00

Ad un tratto, mentre era immersa nei suoi pensieri, Samira fu sorpresa da una voce cupa e cavernosa che le chiedeva qualcosa, e sobbalzò, fermandosi di botto, e davanti a lei vide un uomo, che sebbene avesse capelli brizzolati e una lunga barba, era ancora abbastanza giovane e dall’aspetto gradevole, e il suo spavento si tramutò in speranza: finalmente un uomo! pensò, qualcuno che potesse diventare il suo compagno. Sorrise e gli chiese chi fosse, mentre sentiva uno scalpiccio piuttosto strano in quel posto deserto. L’uomo sorrise a sua volta e le porse la mano per salutarla: “mi chiamo Benny”, disse, e si fece avanti, e la sorpresa di Samira fu così grande che rimase a lungo con gli occhi sbarrati a guardare quello che era un uomo solo a metà, perché la parte inferiore del suo corpo era quella di un cavallo.

Franco Conte
Il calcio a Cerignola: ricordi ed emozioni

30.00

«La storia di un territorio è davvero un campo inesauribile di indagine. Lo dimostra questa pubblicazione che ripercorre le vicende di un secolo della nostra città colte da un’angolazione insolita e molto interessante, inesplorata fino ad oggi. Un percorso a ritroso tra vecchie glorie, aneddoti ed esilaranti memorie calcistiche: senz’altro non  piacerà solo ai patiti dello sport o a chi vi si sentirà emotivamente coinvolto in questa ricerca monografica, ma sicuramente conquisterà la curiosità e l’interesse di chiunque ami collezionare memorie, recuperare testimonianze e radici o semplicemente raccontare e raccontarsi. …» Rossella Rinaldi